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Imbolc e Candelora

 La notte tra l'uno e il due di Febbraio, si festeggerà il ritorno alla Luce. Anticamente i popoli celtici festeggiavano Imbolc. Accendevano fuochi per ringraziare la fine del buio e l'inizio del ritorno alla vita. Pixabay Era la notte dedicata a Brigit, la divinità del triplice fuoco, delle tradizioni conservate, della guarigione e dell'arte. Gli esseri fatati si radunano ogni anno per celebrare il suo ritorno. Gli esseri elementari girano per le stanze delle nostre case e benedicono la Luce che sta facendo ritorno. Si muovono in cerchio con in mano una candela bianca accesa, benedicendo tutto ciò che incontrano. Gli elfi si recano nel bosco a raccogliere doni per la propria casa. Una semplice penna di uccello, un sacchetto colmo di erbe o una pietra, mentre le fate spazzano fuori dall'uscio per mandare via le energie ormai inutili al periodo della Luce. Astronomicamente ci troviamo proprio a metà strada tra il solstizio d'Inverno e l'equinozio di Primavera. Il

Il rosmarino e la leggenda

  Pixabay Il rosmarino è una pianta dalle spiccate qualità benefiche. Conosciuta per la sua versatilità in cucina, può essere utilizzata anche come alimento per migliorare la memoria e il tono dell'umore. Intorno a questa pianta sempreverde e perenne, si raccontano molte leggende. Navigando in rete ne ho trovata una molto carina che, spero, piacerà anche a te. Si narra che, un giorno, una regina, passeggiava triste in un rigoglioso giardino. Si imbattè in una rigogliosa pianta di rosmarino che evocava l'idea di fecondità. La regina divenne ancora più triste perchè nella sua vita mancava proprio un bebè. I rametti verdi del rosmarino risvegliarono in lei il desiderio e la speranza, ma anche un sentimento di invidia nei confronti della piabtina tanto vigorosa e sana. Tornò al castello e, qualche giorno dopo la sua passeggiata, si accorse di aspettare un bambino. Nove mesi dopo partorì una piccola pianta di rosmarino che chiamò Rosmarina. La regina la accudiva con molta tenerezza

L'Arnica e le sue proprietà

L'Arnica è una delle piante più usate in caso di botte, infiammazioni e contusioni. Conosciuta fin dall'antichità, già Santa Ildegarda la descrisse in una delle sue opere intorno all'anno 1000.  

Genziana

 Il dubbio è insito in noi, in particolare in questo momento dell'anno. Siamo agli inizi di un nuovo ciclo. La Befana ci ha aiutati a spazzare via i brutti pensieri e i ricordi poco piacevoli dell'anno passato e siamo pronte a ri-cominciare .  Allora spazziamo via anche i dubbi che ci tormentano e impariamo a comprendere ciò che è meglio per noi. La Fiducia

Holle e la sua storia

La buona Holla dagli occhi luminosi e dalle vesti candide come la neve era la Signora dell’Inverno, custode del focolare, protettrice della casa, degli animali domestici e dell’arte della filatura. Nelle notti del Solstizio d’Inverno, ella scendeva sui campi innevati, per benedirli ed accertarsi che fossero fertili e pronti per le prossime semine. Cavalcava uno splendido corsiero bianco, e stormi di cicogne e rondini la precedevano e ne annunciavano l’arrivo. Al suo seguito v’erano invece bellissime divinità femminili, che volavano in groppa ai gatti, e le anime dei bimbi non nati o morti nei primi anni d’età. In tal modo si recava a visitare ogni casa, entrando dalla cappa del camino, e spargeva i suoi doni di Luce e Fortuna su quelle in cui trovava armonia, pulizia ed ordine, così come su coloro che vi abitavano e che nella loro vita coltivavano le stesse buone virtù. Se invece trovava sporcizia, disordine e disarmonia, poteva anche maledirle, ed in ogni caso preferiva allontanarsene

La magia degli oli essenziali

 Quando si pensa al Natale la mente vaga tra profumi di arancio, cannella, limone, vaniglia… gli oli essenziali hanno svariati effetti positivi su mente e corpo, ma sono anche utili per rendere la casa più accogliente durante le feste natalizie 🎄 Qualche goccia nel diffusore e in pochi minuti la casa si riempie di profumi che scaldano il cuore 🥰 Scopri la nostra linea completa! 🤍

La leggenda di San Martino

Era l’ 11 novembre : il cielo era coperto, piovigginava e tirava un ventaccio che penetrava nelle ossa; per questo il cavaliere era avvolto nel suo ampio mantello di guerriero. Ma ecco che lungo la strada c’è un povero vecchio coperto soltanto di pochi stracci, spinto dal vento, barcollante e tremante per il freddo.  Martino  lo guarda e sente una stretta al cuore. “Poveretto, – pensa – morirà per il gelo!” E pensa come fare per dargli un po’ di sollievo. Basterebbe una coperta, ma non ne ha. Sarebbe sufficiente del denaro, con il quale il povero potrebbe comprarsi una coperta o un vestito; ma per caso il cavaliere non ha con sé nemmeno uno spicciolo. E allora cosa fare? Ha quel pesante mantello che lo copre tutto. Gli viene un’idea e, poiché gli appare buona, non ci pensa due volte. Si toglie il mantello, lo taglia in due con la spada e ne dà una metà al poveretto. “Dio ve ne renda merito!”, balbetta il mendicante, e sparisce. San Martino, contento di avere fatto la carità, sprona il